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Napoli vale il viaggio!

UN LUCCICHIO SENTIMENTALE

Se in una giornata fredda ma di quel sole che “sta ‘nfronte a te“, di un dicembre appena avanzato, in una di quelle vie senza tempo vicine al “munastero ‘e santa Chiara” , provi a chiudere un occhio e scattare una foto, sembra quasi che nemmeno la macchina riesca a fermare il brulichio di genti, diverse, un caos operoso e simpatico, di una vivacità rigogliosa, chiassosa, di un’energia accogliente e liberatoria!
Colori sovrapposti, luci riflesse, ombre piegate, ori e argenti, ma anche rossi e neri, bianchi e gialli, profumi misti di uomini e cose, di pane e di pesce, di mura e di muffe, e di chiese e di preghiere; suoni di ricchezza e di povertà, di lingue lontane e di parole antiche; saperi vecchi e nuovi giochi, forme generose e format globali; belli e brutti, buoni e cattivi, onesti e scellerati, tutto insieme in quella poesia danzante che é la Napoli di spaccanapoli!
Non senti più un mandolino ma ogni angolo te lo racconta come un fantasma sempre presente, sempre partecipe!
E di fantasmi, questo angolo di mondo che tutto il mondo conosce, anche quando mai l’ha vissuto, di fantasmi ne ha tanti !
Poco lí dietro, Raimondo del Sandro Principe di San Severo continua a stupire con la sua Cappella con il Cristo velato, ma sono soprattutto i “munacielli” e le “belle mbriane” a popolare i bei palazzi, le sontuose residenze nascoste, come le piccole case, di queste vie dove il giorno e la notte sono uguali … perché i napoletani, qui, oggi come ieri, il sole e la luna se la portano nel cuore.
Certo, chi napoletano non é, oggi sa che può trovare qui un mondo di leggende e tradizioni che continua ad incantare tutti per l’amore di cui è carico; il visitatore troverà sempre, anche in fondo ad un caffè, ristretto, un sorriso e una stretta di mano; un “dottó” che chi “dottó” non é non lo nega a nessuno!
E quando poi la signora dei vichi, la pizza di sempre, elargisce la sua bellezza e la sua armonia, con la sua pasta gonfia di bolle profumate, il suo pomodoro scoppiettante e la sua mozzarella soda come carni bianche di fanciulla, ecco che spirito e materia, anima e corpo, si fondono come solo nella città forse più erotica (come da Platone/ Simposio) del mondo può accadere: Napoli.
E dopo una giostra di tetti e di portoni, di crocifissi e madonnelle, e dentro….libri, quadri, affreschi, oggetti di ogni segno, per una narrazione memorabile di un popolo e di luogo, la cittá resta, nel bene e nel male, un’icona.
Mi si lasci dire, la napoletanitá non é un’appartenenza geografica, ma piuttosto una categoria dello spirito.
E poi: il presepe, il protagonista di un mondo di infinita tenerezza, quella di Eduardo ma anche quella dei grandi e bambini 2.0 e più, perché  lá ci sono archetipi ancora ineludibili, come nella tragedia greca!
E se i pastori potrebbero apparire solo datate statuine ben fatte, in realtá sono quella creativitá che si unisce ad una sapienza artigianale che, passando di mani in mani e di generazione in generazione, assicura senso al tempo che passa, affetto alle festività stabilite, e lavoro a chi in quei piccoli volti, piccoli animali, piccole casette, mette impegno e cuore.
Il mondo contemporaneo scorre dentro e intorno a tutto ció che, peró, evidentemente, ha una straordinaria potenza, una potente resilienza, infine una commovente esistenza.

Napoli, quella dei cardini e decumani, VALE IL VIAGGIO!

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